Per migliorare le proprie performance, e per ridurre al minimo il rischio d’infortuni, la biomeccanica del ciclismo è fondamentale. Lo è per i ciclisti professionisti, ma anche per gli amatori e per gli adolescenti. Perché? Perché posizionarsi correttamente sulla sella consente di esprimere tutto il proprio potenziale, e di avere una pedalata più redditizia prevenendo l’insorgenza di patologie da sovraccarico quali tendiniti, lombalgie e cervicalgie.

La visita biomeccanica per l’adolescente

La visita biomeccanica prevede specifiche fasi:

  • montaggio della bici sul rullo;
  • valutazione posturale e test fisioterapici;
  • valutazione del posizionamento delle tacchette:
  • analisi video e giroscopio;
  • correzioni sulla bicicletta;
  • consigli terapeutici ed eventuali esercizi.

Successivamente alla prima visita, viene fornita assistenza durante l’adattamento e viene programmata una successiva visita di controllo.

Lo specialista prende nota di parametri ben precisi:

  • angolo del ginocchio;
  • angolo della caviglia;
  • angolo del fianco;
  • angolo della spalla;
  • angolo del gomito;
  • dati di movimento del bacino e ginocchia su tutti i piani.

Le misurazioni vengono effettuate prima della regolazione della bicicletta e una volta effettuata la regolazione dei parametri.

Osservando l’adolescente in sella alla bicicletta, il fisioterapista annota i parametri su cui intervenire. Compila dunque una scheda dettagliata, con le immagini e i video che documentano la pedalata prima e dopo aver regolato i parametri in modo ottimale. Infine, nella sezione delle note finali, va ad indicare le regolazioni effettuate in modo che l’adolescente – anche a casa – sappia come mantenere la sua bicicletta nella posizione perfetta per lui.

Utilissima per l’adulto, la visita biomeccanica si rivela fondamentale nell’adolescente. I vizi posturali in età adolescenziale, infatti, devono essere prontamente diagnosticati e corretti affinché non abbiano serie conseguenze. E se ad essere soggetti a posture sbagliate sono molti adolescenti, a prescindere dallo sport che praticano, chi va in bicicletta deve prestare un’attenzione ulteriore: è necessario infatti che la sua posizione in sella sia corretta, per evitare che dia origine ad atteggiamenti di schiena e articolazioni sbagliati, ma anche ad infiammazioni ai tendini per via di una regolazione sbagliata.

Come avviene la visita biomeccanica

La prima fase della visita biomeccanica è il posizionamento della bicicletta sui rulli da allenamento, in modo da ottenere una panoramica d’osservazione ben chiara. Si posiziona dunque una telecamera HD alla giusta distanza, e si chiede all’adolescente di salire a bordo della bici. Quando è in posizione, dopo un breve riscaldamento vengono posizionati i marker sulle sue articolazioni:

  • polso;
  • gomito;
  • spalla;
  • bacino;
  • femore;
  • ginocchio;
  • caviglia;
  • piede.

Il biomeccanico osserva dunque il ragazzo mentre pedala, e le telecamere acquisiscono le sequenze. Queste, trasferite al software d’analisi dati, forniranno la “diagnosi”. Saranno infatti i dati analitici restituiti dal software ad indicare al biomeccanico come intervenire sulla bicicletta. E, nello specifico, come regolare altezza, inclinazione e arretramento della sella e degli altri componenti della bici. E ancora la lunghezza delle pedivelle, così come la regolazione delle tacchette. Con le modifiche così ottenute, si effettua una nuova acquisizione dati e si procede fino a che i risultati non sono soddisfacenti.

La visita biomeccanica è consigliata nell’età della crescita: i bambini e i ragazzi crescono velocemente, e la loro postura varia al variare del peso e dell’altezza. Ecco dunque che, se si comincia ad andare in bicicletta fin da piccoli, è consigliabile effettuare una visita all’anno durante la fase della crescita e dello sviluppo.

La corretta posizione in bici da corsa è fondamentale sia per le performance che per evitare dolori e infortuni. A prescindere che l’obiettivo del ciclista sia di gareggiare o di natura ricreazionale, una posizione errata in sella può essere molto stressante sia per i muscoli che le articolazioni del corpo.

La posizione mantenuta molto più a lungo nel tempo e con meno possibilità di movimento, possono risultare estremamente usuranti soprattutto se il ciclista assume una postura non sostenibile per le proprie caratteristiche fisiche.

Se a questo aggiungiamo l’assenza di ammortizzazione e la tendenza a costruire telai sempre più leggeri, rigidi e performanti, è facile intuire quanto sia importante un attento studio della posizione più confortevole. Senza dimenticare che anche la prestazione, si costruisce sul comfort.

Calcolare la giusta altezza di sella per la bici da corsa

L’altezza della sella su bici da corsa deve permettere alla gamba, ovvero al ginocchio e all’anca di estendersi a sufficienza per poter esprimere la maggior efficienza possibile. L’altezza sella non deve però eccedere, soprattutto in atleti con poca flessibilità.

Questo è il motivo per cui, in generale (ma non sempre vero), l’altezza sella del ciclista professionista è maggiore di quella di un amatore.

Formula per il calcolo dell’altezza sella

Un buon metodo per una prima impostazione dell’altezza sella è la classica formula matematica, che individua l’altezza sella moltiplicando, l’altezza del cavallo espressa in cm per il coefficiente di 0,885.

In maniera ancora più approssimativa, ma sempre valida per una prima impostazione dell’altezza sella, consiste nel metodo “heel” ovvero nel salire in bici ed appoggiare il tallone al pedale, con la gamba totalmente estesa.

Il metodo più accurato e preciso è quello di effettuare un’analisi video professionale o Bikefit, con sistemi come Iver vision, che permettano di valutare l’estensione soprattutto del ginocchio che come standard deve essere compresa fra i 140° e i 150° di massima estensione del ginocchio.

Altezza sella BDC

Posizione tacchette su bici da corsa

Le tacchette devono essere posizionate seguendo le caratteristiche del piede. In generale devono essere posizionate tra la prima e quinta testa metatarsale, ovvero nella zona ossea del piede con maggior rigidità che si trova appena posteriormente alle dita del piede stesso.

Importante è anche la rotazione delle tacchette e di conseguenza del piede, perché potrebbero condizionare direttamente il movimento del ginocchio, rischiando così eventuali sovraccarichi. Anche la rotazione delle tacchette è molto soggettiva, in base alle caratteristiche di postura dell’atleta ed in base anche alla propria tecnica di pedalata, ma in generale una leggera rotazione esterna, cioè con la punta rivolta leggermente esternamente rispetto al telaio è da preferirsi, in quanto rispecchia la naturale posizione del piede anche in stazione eretta.

Tacchette BDC
IVER BIKEFIT2D

Arretramento sella bici da corsa

Il coretto arretramento della sella è fondamentale per ottenere la migliore postura sulla bici da corsa. La posizione della sella è direttamente correlata con la posizione del ginocchio rispetto al pedale e quindi ne determina l’asse di spinta.

Benché in alcune discipline (come nel time trial) sia contemplato e anzi ricercato un avanzamento del ginocchio rispetto all’asse pedale, in generale questa posizione porta ad un sovraccarico delle articolazioni del ginocchio e di conseguenza una posizione non gestibile sul lungo periodo.

Il ginocchio dovrebbe essere in proiezione ortogonale al pedale, ovvero con la rotula, o il centro del ginocchio in asse con il centro del pedale. Per valutare questo allineamento si può ricorrere a metodi come il filo a piombo, valutando la posizione con la pedivella parallela a terra, cioè nel momento di massima spinta sul pedale.

La valutazione più precisa è quella data da una visita biomeccanica professionale, mediante l’utilizzo di sistemi e software di analisi biomeccanica Ivervision è possibile calcolare con estrema precisione questo allineamento, soprattutto è possibile farlo in dinamica, cioè durante la pedalata, valutando così anche la variazione di posizione dovuta all’attivazione muscolare.

Regolazione inclinazione sella

L’inclinazione sella ideale è la caratteristica più difficile da calcolare, anche perché influenzata da molteplici fattori, come la quota di dislivello sella-manubrio, la distanza sella-manubrio, così come dall’altezza sella stessa, ma ancora più importante dalle caratteristiche intrinseche e soggettive di mobilità e flessibilità del bacino, delle pelvi e della schiena di ogni atleta.

Per dare un’impostazione iniziale ed affidabile è importante che il punto di contatto principale sulla sella (il famoso “punto anatomico”), sia parallelo al terreno.

Quindi come fare?

La maniera più semplice è quella di calcolare dove la sella è larga 75mm con un calibro, e in quel punto posizionare una piccola bolla.

Inclinazione del manubrio bici da corsa

L’inclinazione del manubrio e di conseguenza delle leve dei freni, deve essere valutata “guardando” il ciclista lateralmente, il polso e la mano dovrebbero essere una continuazione anatomica dell’avambraccio, senza cioè “spezzare” la linea piegando il polso.

Tutte queste variabili sono di facile impostazione anche per l’amatore chevuole dare una prima impostazione alla posizione in bici da corsa, il consiglio è quello di rivolgersi a professionisti del settore che mediante un’accurata analisi anche delle proprie caratteristiche corporee e mediante l’utilizzo di sistemi avanzati e precisi che siano in grado di regolare la bicicletta per la miglior posizione possibile.

Inclinazione del manubrio bici da corsa
IVER BIKEFIT2D

Il ruolo del biomeccanico del ciclismo ha assunto negli ultimi anni una veste sempre più centrale, un ruolo sempre più ricercato sia a livello professionistico che amatoriale.

La visita biomeccanica crea una base solida su cui costruire una stagione ciclistica, ad ogni livello, dal cicloturista all’adventure biker, dalla mountain bike alle gran fondo in bici da corsa, così come per professionisti di ogni disciplina.

Il biomeccanico nell’era moderna

La figura del biomeccanico del ciclismo ha subito una fisiologica evoluzione di pari passo con lo sviluppo tecnologico e la maggior disponibilità di ricerca scientifica in campo medico sportivo, nel campo della fisiologia dell’allenamento.

Il continuo sviluppo della ciclabilità e la domanda crescente di biciclette, sono la dimostrazione che sempre più persone si approcciano per la prima volta al ciclismo.

Queste condizioni hanno portato in maniera naturale anche all’evoluzione della professione del biomeccanico, che, a differenza della passata generazione, deve avere una conoscenza più approfondita non solo della meccanica della bicicletta, ma anche degli aspetti fisici legati al ciclista.

Un buon professionista biomeccanico deve essere in grado di riconoscere e valutare le caratteristiche fisiche del ciclista, oltre che essere in grado di gestire e soprattutto prevenire le più diffuse e temute tecnopatie legate all’utilizzo della bicicletta.

Chi può diventare biomeccanico del ciclismo

La figura di biomeccanico del ciclismo non è ufficialmente riconosciuta in questo momento, così come la formazione di vari enti di promozione di corsi.

Ad oggi in Italia esiste un solo corso, riguardante le tematiche di prevenzione e performance improvement attraverso la visita biomeccanica, dedicato esclusivamente a dottori in fisioterapia con accreditamento ECM (Educazione Continua in Medicina).

Se sei un professionista e vuoi specializzarti in questa materia, puoi anche acquistare i corsi di biomeccanica del ciclismo (introduttivo e avanzato), che trovi all’interno della nostra piattaforma.

Iver Vision è un’azienda che sviluppa sistemi di video analisi specifici nel mondo del bike fitting, per questo motivo ha introdotto all’interno della propria offerta, anche dei corsi specifici che insegnano come eseguire una corretta visita biomeccanica utilizzando i propri strumenti.

La formazione in biomeccanica del ciclismo è significativa per tutte le figure strettamente connesse con la pratica ciclistica, come preparatori, direttori sportivi, allenatori e medici fisioterapisti.

Quali sono gli strumenti adeguati

I metodi di misurazione e messa in sella tradizionali sono stati sostituiti da software di analisi biomeccanica, creati ad hoc da chi ha studiato, chi ha vissuto e vive il mondo del bike fitting.

Questi software, abbinati ad un adeguato hardware creano sistemi di video analisi avanzati in grado di misurare con estrema precisione la corretta posizione (del ciclista in questione) da tenere in bicicletta.

I nostri corsi, sono tenuti dagli stessi sviluppatori dei sistemi di analisi, i concetti condivisi sono frutto dell’esperienza diretta e del dialogo costante ed il costante aggiornamento con figure del campo ciclistico di ogni livello.

Quanto può guadagnare un biomeccanico del ciclismo?

È difficile dire quale possa essere il guadagno di un biomeccanico nel ciclismo, dipende da una moltitudine di fattori, come gli anni di esperienza, gli strumenti utilizzati per eseguire la visita e anche l’assistenza post visita biomeccanica che viene erogata a favore del cliente.

Quello che ci sentiamo di dire è che la richiesta in questo settore è in forte aumento, quindi specializzarsi in questa materia e offrire questo servizio, può significare un discreto aumento di clienti e buone entrate sia a breve che a lungo termine.

Più generalmente possiamo dire comunque che il prezzo di una visita biomeccanica varia dai 100 euro per un servizio di base, fino ai 200 euro per un servizio approfondito, comprendente valutazioni posturali e fisioterapiche oltre ad un’assistenza post visita.

Se volete saperne di più si come diventare Biomeccanico del ciclismo contattateci al seguente

Indirizzo: info@iver-vision.com

La corretta posizione in sella alla mountain bike differisce molto in base al tipo di utilizzo ovvero alla disciplina.

L’ottimizzazione dei punti di contatto tra il corpo e la bici permette di prevenire fastidiosi dolori, tensioni muscolo-tendinee e problemi articolari tipici di uno sport di endurance, oltre che migliorare l’esperienza di guida, di fiducia nel mezzo e di conseguenza anche la performance.

Vediamo quindi di seguito quali elementi andare ad ottimizzare per impostare una corretta postura in MTB:

Posizionamento delle tacchette

Il posizionamento delle tacchette nella mtb è di rilevante importanza soprattutto nelle discipline in cui l’efficienza della pedalata risulta fondamentale, come nel cross-country o nella marathon.

Il punto ideale di posizionamento della tacchetta deve tenere in considerazione la morfologia del piede, deve assicurare un saldo punto di contatto della superficie più rigida e che possa sopportare maggior carico senza soffrirne.

La pedalata in mountain bike è molto più dinamica rispetto alle discipline della strada, ci si trova spesso in equilibrio, in piedi sui pedali per bilanciare il peso del corpo sulle asperità del terreno, è quindi fondamentale individuare la zona del piede che più di altre possa reggere il peso corporeo.

Questa zona è la cosiddetta “fascia intermetatarsale”, ovvero quella zona immaginaria, trasversale all’asse del piede, delimitata dal 1° e dal 5° osso metatarsale, la zona cioè appena posteriore all’articolazione delle dita del piede.

Un altro aspetto importante da tenere in considerazione è il “fattore Q”, ovvero la distanza della tacchetta e quindi del piede dal centro del telaio. Questo è generalmente maggiore rispetto alla bici da corsa e influisce direttamente sulla traiettoria disegnata dal ginocchio in fase di spinta, che non deve per l’appunto essere stravolta o sforzata per via di un esagerato spazio.

Calcolare la corretta altezza sella in mtb

Ci sono diversi metodi per definire la corretta altezza della sella MTB. Il più tradizionale prevede di estendere una gamba quasi completamente con la pedivella in direzione del prolungamento del tubo piantone e calcolare l’altezza della sella moltiplicando per il coefficiente 0,855 per l’altezza del cavallo del rider misurata in cm.

Sono metodi validi anche se poco affidabili in quanto non tengono conto di fattori soggettivi come la flessibilità muscolo-articolare e la dinamica della pedalata.

Il metodo più sicuro e preciso consiste nell’analizzare attraverso software dedicati alla biomeccanica come IVER BIKEFIT2D, la prima soluzione wireless di videoanalisi per il bikefit professionale, grazie alla quale è possibile monitorare il corretto movimento delle articolazioni di anca, ginocchio e piede durante tutte le fasi della pedalata, in dinamica, ovvero valutando la variazione di ampiezza del movimento quando la muscolatura è attivata nel gesto della pedalata.

Arretramento della sella e posizione dell’asse ginocchio pedale

La regolazione della sella in mtb è importante per poter gestire al meglio il carico del corpo sulla bicicletta, inoltre l’arretramento influisce direttamente sull’asse ginocchio pedale ovvero sulla posizione del ginocchio rispetto al perno pedale nella fase di massima spinta (power face).

L’arretramento inoltre influisce sui gradi di flessione del tronco rispetto al terreno e sulla distanza sella manubrio.

Un metodo empirico ma poco preciso è l’utilizzo del classico “filo a piombo” per verificare l’allineamento, si tratta di una misurazione statica quindi poco affidabile, questo valore è facilmente valutabile invece con un’analisi video dedicata in dinamica.

Posizione delle leve dei freni

La regolazione dell’inclinazione e della distanza delle leve dei freni deve avere l’obbiettivo di comfort e sicurezza dell’appoggio della mano. In pratica la mano dovrebbe mantenere sempre la possibilità di una presa salda e perpendicolare all manopola, per meglio distribuire e dissipare i carichi in frenata, lasciando libero solo il dito o le dita che dovranno agire sulla leva freno.

Per quanto riguarda l’inclinazione della leva, deve permettere il raggiungimento da parte delle dita frenanti come un prolungamento naturale dell’asse dell’avambraccio, ovvero la posizione è corretta quando guardando lateralmente il braccio del biker, le dita e quindi la leva sono sulla stessa linea.

In conclusione, se volete rivolgervi ad un professionista per la posizione corretta in MBK,

vi consigliamo di leggere anche il nostro articolo che spiega cos’è una visita biomeccanica.

Il bikefit o bikefitting è lo studio della posizione del ciclista sulla propria bicicletta e del movimento dell’atleta durante la pedalata, comunemente definito anche “messa in sella”.

Da questa analisi il biomeccanico ricava i dati per impostare al meglio la bicicletta, in base alle caratteristiche soggettive del ciclista ed agli obiettivi che lo stesso vuole raggiungere, siano essi trovare comfort durante la pedalata, risolvere problemi che generano dolori oppure migliorare le performance.

Nello specifico il bike fit è lo studio, attraverso la visita con un professionista biomeccanico, della dinamica della pedalata, con l’obbiettivo di correggere difetti di regolazione della bici, risolvere problemi fisici o migliorare aspetti tecnici della pedalata.

Più la visita è approfondita e più sarà facile trovare il compromesso per raggiungere la migliore posizione in bici attraverso la regolazione dei componenti della stessa.

Come si calcola la corretta postura in bici?

Per una corretta postura in bici, i migliori professionisti si affidano all’utilizzo di strumenti di video analisi dedicati al ciclismo come Iver-Bikefit 2D, il primo software wireless di videoanalisi per il Bike Fit professionale.

Questi sistemi di precisione, grazie a sensori inerziali applicati alle più importanti articolazioni del corpo, come bacino e ginocchia, permettono di valutare le corrette angolazioni durante la pedalata tramite una slow motion camera e di fornire dati precisi sul movimento, risolvendo così problemi come mal di schiena o di ginocchia.

Calcolare la corretta postura è molto difficile perché può variare in base a diverse caratteristiche, non solo della bici, ma anche del corpo dell’atleta, come ad esempio l’altezza, la flessibilità, lo stato di forma, la storia sportiva e gli infortuni subiti.

Come cambia il bikefit in base al tipo di bici

La corretta postura in sella varia molto in base alla bici, proprio perché ogni tipologia di bici differisce, a volte in maniera eclatante, in termini di geometrie, grandezza ruote, copertoni e modalità di utilizzo.

Di conseguenza, anche gli angoli delle nostre articolazioni e del nostro corpo variano in base alla tipologia di bicicletta. Basti pensare alla posizione della schiena di un ciclista delle “cronometro”, con flessioni del tronco che arrivano fino ai 20° rispetto al terreno, in confronto alla posizione di un professionista ciclista del “cross country”, disciplina mountain bike in cui la flessione della schiena varia molto dai 40° ai 55° rispetto all’asse del terreno.

Come potrete immaginare, le regolazioni e i fattori da tenere in considerazione sono molto diversi, anche se, in linea di massima, le differenze tra mountain bike e bici da corsa stanno nella flessione del tronco, nella posizione delle braccia e nell’estensione del ginocchio.

In generale, in linea teorica, l’altezza sella nella bici da corsa sarà maggiore rispetto quella nella mtb. Anche la posizione delle tacchette di aggancio sotto ai piedi potrà variare in base alla diversa disciplina, ad esempio nel triathlon saranno più arretrate rispetto al normale utilizzo della bici da corsa.

Il bike fit cambia in base all’atleta?

Il bikefitting deve assolutamente variare in base alle caratteristiche dell’atleta. Pensare di posizionare con le stesse “quote” ogni atleta è un retaggio di un’epoca passata in cui si cercava di imitare la posizione dei grandi campioni con la speranza vana di raggiungere risultati simili.

Ogni atleta è “un mondo a sé” e la visita biomeccanica permette con estrema precisione di fare in modo che la bicicletta si adatti al corpo del ciclista per valorizzarne il potenziale ed aiutarlo ad esprimerlo al massimo.

Bike fit e performance dell’atleta

Il corretto posizionamento in bici è strettamente legato alla performance dell’atleta.

Una bici non ottimizzata porterà sicuramente il ciclista a dover sostenere uno sforzo maggiore per raggiungere i propri obiettivi, oltre a perdere in comfort ed esperienza di guida.

In sostanza un bike fit professionale aiuta ad aumentare la potenza di spinta sui pedali e ad ottimizzare le energie necessarie per ottenere le performance desiderate, grazie a regolazioni fini (a volte microregolazioni), permette di sfruttare al meglio le caratteristiche specifiche di ogni singolo ciclista.

La biomeccanica del ciclismo è una disciplina che studia la stretta relazione tra i sei punti di appoggio del corpo del ciclista e la bicicletta (due piedi, due mani, due ossi ischiatici), il movimento delle articolazioni e dei segmenti corporei non vincolati (ginocchia, gomiti, tronco e testa) e come questi concorrono all’applicazione delle forze con l’obbiettivo di produrre il movimento della bicicletta.

Cosa significa biomeccanica del movimento?

La biomeccanica è lo studio delle strutture e della funzione dei sistemi biologici tramite i metodi della meccanica(Herbert Hatze, 1974).

Più semplicemente, la biomeccanica de movimento è la scienza che si propone di spiegare come e perché il corpo umano si muove in un determinato modo.

Lo studio della biomeccanica è strettamente legato all’ambiente in cui è immerso il corpo e alla relazione con lo strumento utilizzato per un determinato movimento.

La biomeccanica nello sport è l’applicazione di queste regole all’ambiente sportivo specifico.

Storia della biomeccanica del ciclismo

Il primo vero studio scientifico sulla biomeccanica del ciclismo risale al 1939 e cercava di definire la corretta altezza della sella, ma bisogna aspettare gli anni 90 e soprattutto i primi anni 2000 per cominciare ad avere una raccolta più approfondita.

Questo incremento nella ricerca scientifica anche dei componenti e quindi all’evoluzione della bicicletta stessa, ha portato negli ultimi anni grande attenzione sul tema del posizionamento in sella.

Qual è il fine di una visita biomeccanica?

L’obbiettivo di una visita biomeccanica è quella in generale di migliorare l’esperienza di guida della bicicletta.

Chi si rivolge ai professionisti del settore lo fa per i più svariati motivi e con attitudine solo all’apparenza totalmente diversa. Alla base bel bikefitting c’è la ricerca di comfort: anche la ricerca di prestazione massima si bassa sul comfort, ovvero sulla ricerca di una posizione sostenibile per la durata dello sforzo.

Il fine di una visita biomeccanica è quello di ridurre o prevenire o risolvere le patologie da sovraccarico, mantenere una corretta ed adeguata biomeccanica della colonna vertebrale, migliorare i problemi di appoggio soprasella e permettere anche al cicloturista o al ciclista d’avventura di godere della propria passione più a lungo.

Vantaggi di una visita biomeccanica

Spesso chi si affida ad un professionista biomeccanico, lo fa dopo numerosi tentativi fallimentari di autoregolazione della bicicletta in base alle proprie sensazioni.

Grazie alla visita biomeccanica riuscirà fare chiarezza su quali punti o quali regolazioni possano essere causa di un problema durante la pedalata e soprattutto avrà una fotografia più ampia sugli aspetti legati al benessere del ciclista stesso.

Il vantaggio di una buona valutazione si traduce in maggior efficienza nella pedalata oltre che nella prevenzione delle più comuni patologie legate al sovraccarico nel ciclismo.

Quanto costa la visita biomeccanica

Il costo di una visita biomeccanica varia molto in base al tipo di servizio e al professionista che se ne occupa.

Il prezzo corretto tiene conto anche delle tecnologie messe in campo durante la visita e all’ importantissimo servizio di assistenza post visita per l’adattamento alla nuova posizione.

Il costo di una visita professionale con l’utilizzo di sistemi di video analisi dedicati, sistemi di valutazione delle pressioni e sistemi inerziali per il movimento, fornita da un fisioterapista-biomeccanico può arrivare a costare anche € 200.

L’altezza della sella della bicicletta è l’impostazione più modificata, anche in autonomia dai ciclisti pur essendo sfortunatamente anche una delle regolazioni più importanti e che più influiscono sull’assetto e la posizione dell’atleta sulla bicicletta.

In questo articolo parleremo di come stimarla per un’impostazione approssimativa iniziale e di come ottimizzarla in maniera “scientifica” con una visita biomeccanica.

L’altezza della sella ha una correlazione diretta con la performance del ciclista grazie alla finestra biomeccanica (di cui parleremo in seguito in questo articolo), ma influisce fortemente anche sul movimento dell’intero bacino e quindi la schiena, così come sul movimento di ginocchia e caviglie. Per questo motivo potrebbe determinare oltre che una pedalata inefficiente, la possibilità che insorgano tecnopatie classiche del ciclismo, come dolore alle ginocchia, mal di schiena, problemi di appoggio in sella.

Esistono diversi metodi empirici di calcolo della corretta altezza sella, calcoli matematici in grado di determinare, partendo dall’altezza del “cavallo” del ciclista, una stima dell’altezza sella.

Metodi tradizionali per calcolare l’altezza della sella

I metodi più utilizzati sono 4, che si sono avvicendati nella storia del ciclismo moderno:

  • Metodo “Heel” (dall’inglese “tallone”)
  • Metodo 109% (Hamley e Thomas 1967)
  • Metodo Hinault (dal nome del grande ciclista francese)
  • Metodo Lemonde (dal nome del campione americano)

Prima di analizzare i diversi metodi è corretto spiegare perché sono utili solamente per una stima dell’altezza sella corretta. Questi metodi utilizzano dei calcoli matematici che ovviamente non sono in grado di tenere in considerazioni diverse variabili importanti, caratteristiche intrinseche e soggettive di ogni ciclista, come l’elasticità muscolare, la capacità articolare (o ROM, range of motion) ovvero la “flessibilità” articolare, come dallo stato di forma attuale dell’atleta, la fase di vita (un ragazzo di 18 anni ha un’adattabilità ed una capacità muscolo-scheletrica totalmente differente da un ciclista di 40,50 o 60 anni).

Metodo Heel

Il metodo heel è il più approssimativo ma anche il più diffuso e semplice, la maggior parte dei ciclisti almeno una volta nella vita ha impostato la sella in questo modo: Consiste nell’alzare la sella circa all’altezza dell’anca, stando in piedi accanto a essa. Una volta seduti in sella, posizionare il tallone del piede sul pedale (per questo motivo “heelmethod”) mantenendo la pedivella in direzione del prolungamento del tubo piantone. In questa posizione, l’altezza sella giusta è quella che permette di avere il ginocchio totalmente esteso, questo vorrà dire che in fase di pedalata con il piede in pressione a livello delle teste metatarsali, di conseguenza più arretrato rispetto alla posizione “heel”, sia avrà un’estensione sub massimale del ginocchio.

Metodo 109%

Il metodo 109% è il risultato del primo studio scientifico riguardo la biomeccanica del ciclismo, condotto dai professori americani Hamley e Thomas, misurando l’efficienza di pedalata con diverse altezze di sella. Determinarono che il miglior rapporto tra altezza sella ed efficienza la si trovava mediamente quando l’altezza sella corrisponde al 109% della lunghezza del cavallo. Ecco come procedere:

Porsi scalzi spalle al muro, piedi circa alla larghezza delle spalle e con un “blocco” tra le gambe segnare il punto più alto sul muro (il blocco va premuto in maniera salda nella zona di tessuti di appoggio della sella). Dopodiché si procederà a misurare con un metro da terra al segno sul muro, così da avere la nostra “altezza cavallo”. A questo risultato si dovrà calcolare il 109% per determinare l’altezza di sella corretta (o moltiplicando per 1,09).

Metodi Hinault E Lemond

I metodi in seguito messi a punto dai celebri ciclisti avevano l’obiettivo di migliorare, grazie anche alla rispettiva esperienza professionistica, quello che in precedenza era stato studiato. Il coefficiente da moltiplicare per l’altezza cavallo diminuisce, rispettivamente 0,885 e 0,883.

Biomeccanica e altezza sella della bici

Con l’avvento delle nuove tecnologie e all’aumento degli studi scientifici nel campo della biomeccanica del ciclismo, si è oggi in grado di valutare in maniera molo più precisa l’altezza sella per ogni atleta, in base alle sue caratteristiche.

La messa in sella biomeccanica garantisce un range di ampiezza articolare entro la quale è tollerabile ed efficiente un movimento.

In senso assoluto, didatticamente, per il ginocchio si attesta tra i 140° e i 150°, ma anche questo è un dato approssimativo, la finestra biomeccanica può cambiare (non di molto) a seconda delle caratteristiche soggettive di ogni singolo ciclista e di conseguenza anche l’altezza sella.

Il modo più preciso e sicuro per prevenire infortuni o dolori, così come incrementare performance ed esperienza di guida è quella di affidarsi ad un sistema di analisi video specifico e ad un professionista qualificato.

Il metodo di valutazione altezza sella con analisi video

L’analisi video è una procedura che permette, tramite una ripresa video, durante la pedalata del ciclista di seguire in tempo reale la traiettoria delle articolazioni del corpo e quindi di valutarne le ampiezze e gli angoli.

Abbiamo parlato poco più su dell’importanza della finestra biomeccanica, con l’analisi video si è in grado in ogni istante della pedalata di valutarla e di rispettarla, per ogni singolo atleta.

I punti forti di questo metodo, se si utilizzano sistemi di analisi video specifici e dedicati come Iver vision, sono la precisione di valutazione degli angoli articolari, la possibilità di mettere in correlazione istante dopo istante  il range of motion di articolazioni come caviglia, ginocchio e anca, la possibilità di valutare l’asse del ginocchio in fase di spinta e quindi la possibilità di prevenire posture scorrette che oltre a decrescere la prestazione causano sovraccarichi e quindi dolori.

Il punto di forza dell’analisi video nella determinazione della altezza sella corretta sta nella valutazione in dinamica, ovvero durante il ciclo di pedalata, e quindi la possibilità di valutare la stessa in condizioni di carico, cadenza e sforzo differenti.

Altezza sella MTB e BDC, le differenze

Ai giorni nostri sempre più ciclisti, anche i puristi di una o l’altra disciplina, decidono di cimentarsi anche con mountain-bike e viceversa.
Che sia per avere un’alternativa alle strade ghiacciate d’inverno (spesso la mtb viene utilizzata dallo stradista nel periodo di off season) o che sia per mettere più km nelle gambe con una bici da corsa per il biker. Di conseguenza il dubbio comune riguarda come gestire l’assetto biomeccanico su bici così diverse.


Come descritto in questo articolo, il parametro fondamentale per l’altezza della sella di MTB e BDC (bici da corsa) resta la posizione del ginocchio rispetto all’asse del pedale ovvero la sua estensione. Fatta questa premessa, è possibile ragionare in termini pratici, partendo dal diverso spessore della tacchetta della scarpa (passando ad esempio da tacchette “look” da bici da corsa a tacchette “spd” per Mountain bike). La tacchetta spd è spesso integrata nella suola e comunque di spessore inferiore rispetto all’ingombro della tacchetta da bici da corsa, va da sé che il compenso in abbassamento della sella debba seguire questo ragionamento, nell’ordine dei 5-10mm.
Attenzione però alle diverse geometrie della bicicletta che potrebbero portare a dover compensare anche l’arretramento della sella.”

La visita biomeccanica del ciclismo o “bike fit” è il processo di valutazioni antropometriche e della bicicletta, con l’obbiettivo di ottimizzare la posizione del ciclista in sella.

Spesso la pratica del ciclismo porta all’insorgenza di infortuni, dolori, chiamate “tecnopatie”.

Le più comuni sono dolore alle ginocchia, dolore alla schiena, dolore al collo, problemi di intorpidimenti e formicolio di mani e piedi, fino ad arrivare a problemi di appoggio sulla sella, come formicolii e addormentamenti delle aree genitali.

Essendo questi problemi spesso correlati ad una posizione non sostenibile dell’atleta, si capisce come l’analisi biomeccanica ricopra un ruolo fondamentale anche nella prevenzione di infortuni e di conseguenza l’incremento di comfort e di prestazione.

Se sei interessato, cliccando sul seguente link, puoi consultare la pagina dei nostri professionisti per richiedere una visita biomeccanica con il sistema di ultima generazione Iver Vision 2D.

A cosa serve la visita biomeccanica nel ciclismo?

La visita biomeccanica del ciclismo serve dunque a prevenire le problematiche derivanti da una scorretta postura del ciclista, è indicata sia per i professionisti, che in genere richiedono una visita biomeccanica per bici da corsa, ma anche da amatori, cicloturisti o ciclisti ricreazionali.

Il posizionamento in sella ha bisogno di adattamento da parte del corpo umano, da intendere come un “allenamento alla posizione”, per questo motivo i ciclisti che dedicano meno tempo alla pratica ciclistica rispetto ad un professionista, avranno bisogno di più tempo per abituarsi all’assetto.

Così come un’attenta analisi delle potenzialità fisiche di un atleta aiutano in maniera significativa ad incrementarne la performance.

Quali sono i pilastri della biomeccanica del ciclismo?

  1. La valutazione posturale:
    Un’accurata valutazione posturale, della mobilità delle articolazioni e della capacità muscolari, della storia anamnestica e ciclistica di ogni singolo individuo sono fondamentali per individuare le potenzialità e poterle esprimere al meglio sulla bicicletta.
  2. La posizione dei piedi sui pedali:
    La corretta spinta sui pedali dovrebbe essere in grado di trasferire tutta la potenza generata dalle gambe e da tutto il corpo in maniera ottimale. La posizione del piede sul pedale deve tener conto anche di aspetti morfologici del piede stesso, ma in generale dovrebbe permettere di spingere con la parte più “rigida”, ovvero lo spazio compreso tra la prima e la quinta testa metatarsale, quindi dietro quella che in inglese viene definita “ball of the foot”.
    La posizione dei piedi sui pedali ha una diretta correlazione con la posizione e quindi il movimento del ginocchio.
    Una posizione troppo avanzata del piede potrebbe portare alla sofferenza dell’arco plantare e all’utilizzo scorretto della muscolatura della gamba, una posizione troppo arretrata (del piede), al contrario potrebbe provocare sovraccarico al ginocchio, oltre che del tendine di achille che dovrebbe gestire una leva molto meno favorevole.
  3. Altezza della sella:
    Una delle regolazioni più importanti della visita biomeccanica bici. L’altezza della sella dovrebbe permettere al ginocchio una corretta estensione fino a formare un angolo tra i 140° e 150° (che può leggermente variare in base alle diverse discipline), esistono diverse formule matematiche per un calcolo approssimativo anche se uno strumento di video analisi come Iver vision permette di essere precisi e di poter rivalutare nel tempo la posizione.
  4. Inclinazione della sella:
    Altro aspetto importante è l’inclinazione della sella, direttamente correlata con la posizione del bacino e di conseguenza l’inclinazione del tronco e alla flessione dei gomiti sul manubrio.
    L’inclinazione della sella scorretta potrebbe portare a dolori alla schiena così come un’esagerata compressione della zona genitale.
  5. Regolazioni accessorie:
    Le regolazioni fondamentali sono quelle che permettono di trovare l’appoggio saldo dei piedi e la corretta posizione del baricentro del corpo, la maggior parte del peso del ciclista è scaricato sulla sella e i pedali. Le regolazioni riguardanti il manubrio, lo stem sono eseguite di conseguenza.

Il posizionamento in sella richiede attenzione e dedizione, raccolta di dati ed elaborazione. È un processo che richiede tempo, anche dopo la visita, per l’adattamento del corpo e la rivalutazione.
Il corpo dell’atleta cambia, anche in base allo stato di forma fisica oltre che con l’avanzare dell’età, per questo esistono degli strumenti tecnologici precisi per la rivalutazione nel tempo e l’ottimizzazione della posizione in bicicletta in ogni fase della vita.

Quanto Costa una visita Biomeccanica?

Il prezzo di una visita biomeccanica può variare molto in base al servizio offerto e dallo specialista che la esegue, in generale si parte da € 50 per un servizio base fino ad € 200 per i professionisti che offrono un servizio più approfondito, integrando, ad esempio, valutazioni posturali fisioterapiche e assistenza durante il periodo di adattamento post bike fit.

Consolidata la collaborazione con il centro MV RunCycle. Anche lo studio di preparazione atletica d’elite per ciclismo e running sceglie di affidarsi al sistema IVER Vision Bikefit2D per lo studio del miglior posizionamento in sella dei propri atleti, sia che abbiano obiettivi ciclisti che triathlon.

Anche il settore giovanile della “707 team Minini”, squadra bresciana allenata dal coach Antonio Serratore, ha scelto di affidarsi ai sistemi IVER Vision per l’analisi biomeccanica dei proprio piccoli campioni. In questo periodo di crescita è importante rispettare l’evoluzione del corpo umano senza mai arrivare ad un sovraccarico che può causare infortuni. Soprattutto in uno sport come il ciclismo che obbliga il corpo ad avere dei vincoli fissi e costanti nel tempo è doveroso rivalutare spesso gli aspetti biomeccanici e di conseguenza l’evolversi della posizione in sella. In a sport like cycling, where the body is forced to maintain a constant position for a long time, it is necessary to often reassess all the biomechanical aspects and consequently evaluate how the riding position evolves. https://www.707team.com/