Bike Fit, cos’è e come funziona

Bike Fit

Il bikefit o bikefitting è lo studio della posizione del ciclista sulla propria bicicletta e del movimento dell’atleta durante la pedalata, comunemente definito anche “messa in sella”.

Da questa analisi il biomeccanico ricava i dati per impostare al meglio la bicicletta, in base alle caratteristiche soggettive del ciclista ed agli obiettivi che lo stesso vuole raggiungere, siano essi trovare comfort durante la pedalata, risolvere problemi che generano dolori oppure migliorare le performance.

Nello specifico il bike fit è lo studio, attraverso la visita con un professionista biomeccanico, della dinamica della pedalata, con l’obbiettivo di correggere difetti di regolazione della bici, risolvere problemi fisici o migliorare aspetti tecnici della pedalata.

Più la visita è approfondita e più sarà facile trovare il compromesso per raggiungere la migliore posizione in bici attraverso la regolazione dei componenti della stessa.

Come si calcola la corretta postura in bici?

Per una corretta postura in bici, i migliori professionisti si affidano all’utilizzo di strumenti di video analisi dedicati al ciclismo come Iver-Bikefit 2D, il primo software wireless di videoanalisi per il Bike Fit professionale.

Questi sistemi di precisione, grazie a sensori inerziali applicati alle più importanti articolazioni del corpo, come bacino e ginocchia, permettono di valutare le corrette angolazioni durante la pedalata tramite una slow motion camera e di fornire dati precisi sul movimento, risolvendo così problemi come mal di schiena o di ginocchia.

Calcolare la corretta postura è molto difficile perché può variare in base a diverse caratteristiche, non solo della bici, ma anche del corpo dell’atleta, come ad esempio l’altezza, la flessibilità, lo stato di forma, la storia sportiva e gli infortuni subiti.

Come cambia il bikefit in base al tipo di bici

La corretta postura in sella varia molto in base alla bici, proprio perché ogni tipologia di bici differisce, a volte in maniera eclatante, in termini di geometrie, grandezza ruote, copertoni e modalità di utilizzo.

Di conseguenza, anche gli angoli delle nostre articolazioni e del nostro corpo variano in base alla tipologia di bicicletta. Basti pensare alla posizione della schiena di un ciclista delle “cronometro”, con flessioni del tronco che arrivano fino ai 20° rispetto al terreno, in confronto alla posizione di un professionista ciclista del “cross country”, disciplina mountain bike in cui la flessione della schiena varia molto dai 40° ai 55° rispetto all’asse del terreno.

Come potrete immaginare, le regolazioni e i fattori da tenere in considerazione sono molto diversi, anche se, in linea di massima, le differenze tra mountain bike e bici da corsa stanno nella flessione del tronco, nella posizione delle braccia e nell’estensione del ginocchio.

In generale, in linea teorica, l’altezza sella nella bici da corsa sarà maggiore rispetto quella nella mtb. Anche la posizione delle tacchette di aggancio sotto ai piedi potrà variare in base alla diversa disciplina, ad esempio nel triathlon saranno più arretrate rispetto al normale utilizzo della bici da corsa.

Il bike fit cambia in base all’atleta?

Il bikefitting deve assolutamente variare in base alle caratteristiche dell’atleta. Pensare di posizionare con le stesse “quote” ogni atleta è un retaggio di un’epoca passata in cui si cercava di imitare la posizione dei grandi campioni con la speranza vana di raggiungere risultati simili.

Ogni atleta è “un mondo a sé” e la visita biomeccanica permette con estrema precisione di fare in modo che la bicicletta si adatti al corpo del ciclista per valorizzarne il potenziale ed aiutarlo ad esprimerlo al massimo.

Bike fit e performance dell’atleta

Il corretto posizionamento in bici è strettamente legato alla performance dell’atleta.

Una bici non ottimizzata porterà sicuramente il ciclista a dover sostenere uno sforzo maggiore per raggiungere i propri obiettivi, oltre a perdere in comfort ed esperienza di guida.

In sostanza un bike fit professionale aiuta ad aumentare la potenza di spinta sui pedali e ad ottimizzare le energie necessarie per ottenere le performance desiderate, grazie a regolazioni fini (a volte microregolazioni), permette di sfruttare al meglio le caratteristiche specifiche di ogni singolo ciclista.

Erik Bizzoni
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